"Mamma, lo so che ti scoraggi quando trovi le mie impronte su mobili e muri, rallegrati però perchè sto crescendo e rimarranno un ricordo solamente, perciò io ti regalo le mie impronte perchè tu possa un giorno ben lontano vedere com'erano piccole le mie mani al tempo in cui cercavano la tua."
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venerdì 1 ottobre 2010

Una questione di genere?

Sulla scia del mio post che ha destato diversi commenti, mi sono fermata a riflettere e a girovagare un po' sulla rete alla ricerca di spunti di riflessione in merito, giusto per non rimanere confinata nelle mie esperienze e nel mio orticello.
Non so se voglio davvero un trattamento paritario per le mie figlie... mi spiego.
Non sono una promulgatrice della parità dei sessi, non è questo ciò che risolverebbe tante cose, a mio avviso.
E' giusto che la donna ricopra un certo ruolo che, inevitabilmente, è diverso dal ruolo che ricopre un uomo, abbiamo inclinazioni, abilità diverse e complementari e... grazie a Dio, aggiungo!
Non voglio essere trattata da "maschio".
Sono donna e in quanto tale voglio mantenere le mie differenze, le mie peculiarità.
Non voglio assolutamente perdere le mie caratteristiche esclusive e importantissime.
E altrettanto desidero che accada per le mie figlie che devono battersi per conservare ciò che le constraddistingue, senza uniformarsi al mondo maschile, da un lato, e ottenere quella considerazione che è loro dovuta proprio in quanto Donne e non MaschiSenzaAttributiCheDevonoDimostrareIlDoppioProprioPerchèNonCeLiHanno!
Abbandonare la propria natura, immolandola per una pseudo-uguaglianza tra i sessi non ha senso e svuota il significato della parola "donna", privandola di tutta la sua bellezza e poesia.
Siamo diversi. E lo saremo sempre.
L'uguaglianza mi atterrisce.
Significherebbe piattume.
Un conto è parlare di parità nelle opportunità.
E su questo se ne può parlare a iosa.
Ma di uguaglianza di sessi, NO!

Sta a noi genitori cercare di non far "snaturare" la natura, appunto, delle nostre figlie imponendo loro di dimostrare al mondo il doppio di quanto non debba fare un figlio maschio.
Sta a noi genitori non tarpare loro le ali se sono inclini ad una passione fino a quel momento prettamente maschile oppure coltivare ciò che è più femminile al mondo come la danza classica o il pettinare le bambole.
E penso che altrettanto farei se avessi un figlio maschio: seguirei le sue inclinazioni, senza farmi troppe domande sul fatto che sia o meno "macho" questo o quello. Nessuno dei due generi deve dimostrare niente.
Sono felice se mia figlia (o mio figlio) è soddisfatto e sereno. E se questo passa attraverso attività non proprio consone al suo "genere", che importa? Bisognerebbe forzarlo a tutti i costi per uniformarsi al resto del branco? Le "pari opportunità" non valgono anche in questo caso?  O solo quando ci pare?

Da tutte le parti ci arrivano segnali, più o meno espliciti, che ci intorpidiscono le facoltà mentali e che inconsciamente sovvertono la scala di valori.
Sembra sempre più valido il sillogismo: se una donna mostra la sua beltà e si rivela disponibile, allora avrà successo; oppure se un uomo è ricco sfondato allora sicuramente avrà al suo fianco una donna splendida; o ancora: solo vendendo la propria immagine si raggiunge il successo; o anche: se si riesce a percorrere la strada più breve e facile per ottenere ciò che si vuole, passando attraverso scorciatoie non proprio lecite, perchè non farlo?
Questi messaggi arrivano chiari e diretti ai nostri figli.
Come impedire tutto questo?
Eh... bella domanda.
Sicuramente cercando di non comportarci per primi noi genitori in maniera tale da avvalorare tali tesi. Secondo me sta qui la chiave di volta: il modello!
I commenti di noi genitori come risposta a certi fatti che ci accadono intorno, arrivano amplificati mille volte alle orecchie dei nostri figli.
Sono convinta che se noi non diamo peso a certi atteggiamenti e non coinvogliamo le nostre stesse forze all'inseguimento di questi stessi valori effimeri, allora, su questa scia, i nostri figli faranno altrettanto...
Ma se siamo noi i primi, invece, a rincorrere certi stereotipi a percorrere certe strade... allora non se ne esce davvero fuori.
Dobbiamo prima agire su noi stessi.

Questo post partecipa al: blogstorming

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Pensieri e massime varie che ho fatto miei!

Affrontare il mare in tempesta su un guscio di noce, ma farlo mano nella mano, è più facile che non da soli..

Nella vita c'è SEMPRE qualcosa di meglio da fare che stirare. E se non c'è, bisogna lavorare sulla propria vita.

Quando distribuivano il talento della perfetta massaia io sono andata un attimo in bagno.

Per cogliere tutto il valore della gioia devi avere qualcuno con cui condividerla (M. Twain)

L'amore per la lettura è uno dei regali più belli che una mamma può fare. (L. Salemi)

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