"Mamma, lo so che ti scoraggi quando trovi le mie impronte su mobili e muri, rallegrati però perchè sto crescendo e rimarranno un ricordo solamente, perciò io ti regalo le mie impronte perchè tu possa un giorno ben lontano vedere com'erano piccole le mie mani al tempo in cui cercavano la tua."
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martedì 27 luglio 2010

La prima volta al pronto soccorso


Ore 18.30, come tutti i pomeriggi mi accingo a cambiare Miriam che risulta essere insofferente per il sonno e per la stanchezza.
Meno male che Melania si è addormentata così posso almeno dedicarmi alla grande.
Cambio pannolino fatto... faccio per alzarla in piedi... si divincola, l'afferro male per le braccia e sento uno scricchiolio inquietante al suo polso sinistro e lei che comincia a piangere disperata...
Oh cavolo...
Oh cavolo...
Che è successo?
Fai vedere a mamma, dai...
Non fare così...
Niente, non si calma... mannaggia e mo' che faccio?
Guardo l'orologio: Marco dovrebbe essere di rientro a momenti... almeno lo spero!
Prendo un panetto di ghiaccio e le faccio posare la manina sopra e sembra avere un minimo di sollievo, tanto che smette di piangere e mi sta tutta accoccolata addosso impaurita.
Come provo a muoverle il braccino, ricomincia a piangere e a strillare...
cavolo è successo qualcosa di grave!
Arriva finalmente Marco, che al cellulare, ovviamente, era irraggiungibile.
Gli racconto al volo la situazione.
Chiamiamo il pediatra: "mettete un po' di voltaren e vedete se passa, altrimenti andate al pronto soccorso".
Io insisto: andiamo subito al pronto soccorso, perchè aspettare? almeno ci mettiamo l'anima in pace, se non è niente MEGLIO!
Citofoniamo pure ad una dottoressa che abita lì, ma niente... lei ci dice di portarla al pronto soccorso.
Nel frattempo si son fatte le 20.
Melania si sveglia... piange... ha fame.
La cambio, le misuro la febbre (perchè dalla mattina era febbricitante e tanto per cambiare: antibiotico!)... speriamo che almeno lei stia a posto: MACCHE': 38°... cazzarola! Ok, tachipirina, latte e biscotti, raccolgo un po' di cose utili da portare e decidiamo di andare al pronto soccorso...
Miriam rimane sempre in braccio a me o al papà, non se la sente neanche di camminare. Povera piccola...
e io nel frattempo mi sento davvero uno schifo, una mamma incapace! Altro che!
Arriviamo e Marco fa l'accettazione con Miriam, mentre io rimango in auto con Melania che si è addormentata beata.
Serata fresca, almeno questo!
Aspettiamo.
Miriam comincia a stufarsi e chiede di me. Allora dò il cambio a Marco.
Aspettiamo.
Aspettiamo.
E' il turno nostro... ci dicono di andare in una stanza e pure lì: aspettiamo.
Ore 22.00.
E ci dicono pure che non abbiamo aspettato poi così tanto.
Vabbè.
Arriva il dottore, un tipo giovane e allegro (meno male!)... Miriam gli fa vedere la sua bambolina (Lella) che anche lei si è fatta male alla manina e la deve mettere sul ghiaccio.
Il dottore le guarda e le tasta il polso... dicendo che non è niente di grave, le fa una manovrina e di nuovo si sente lo stesso scricchiolio di prima, Miriam NON FA UN FIATO! Che coraggiosa sta bimba mia, altro che la mamma!!!!
Il dottore dice che così dovrebbe essere tutto a posto e che si sarà trattato di una distorsione, ma bisogna fare una lastra per essere più sicuri.
Così: Aspettiamo.
Ci chiamano per fare la lastra in uno stanzone con questo macchinario enorme al centro.
Miriam si spaventa.
Mi metto seduta con lei in braccio.
Le faccio disporre le manine sopra il piano.
La dottoressa muove l'aggeggio e Miriam scoppia in un pianto terrorizzato.
Allora per consolarla e distrarla comincio a cantare Heidi...
Tutto il tempo co' sta Heidi che le sorridono i monti e le caprette le fanno ciao...
Alla fine tutto il laboratorio con tecnici e infermieri stavano cantando Heidi... sembrava di stare in un musical!
Vabbè...
ci dicono di uscire e... tanto per fare una cosa nuova: aspettare.
Aspettiamo.
Passa il dottore di prima e ci dice di aspettare.
Aspettiamo.
Nel frattempo avverto al cellulare Marco dicendogli della situazione, meno male che Melania continua a dormire serena.
Ah... in tutto questo, il mio cellulare era scarico: ovvio, no!?
Finalmente ci richiamano dentro l'ambulatorio: tutto ok, è stata una distorisione particolarmente seria, ma con nessuna conseguenza tutto è a posto. Niente fasciatura e niente di niente, se ha dolore mettere ghiaccio.
Bene...
Mi sento davvero sollevata...
Possiamo andare, finalmente!
EVVAI!
Usciamo fuori. Miriam si era già ripresa da un po', anche se era ancora acciaccatella... povera piccola mia. E' stata bravissima.
Torniamo a casa: ore 23.30.
Miriam vuole la PAPPA!!!!! Ossiur... ma che le si è fatto giorno!?
e Melania, per non esser da meno: PURE!
Vabbè, meglio così, vuol dire che stanno bene...
Un po' di pappa a entrambe, qualche coccola e poi crollano.
Ore 00.30 finalmente tutti a nanna...
Che giornata ragazzi!

3 commenti:

  1. Mamma mia che esperienza!
    Mi dispiace, immagino il tuo spavento e il senso di colpa, ma può capitare, loro sono talmente delicati..
    Il tuo racconto è molto avvincente, quando scrivi che cantavate Heidi, mi son venute le lacrime..
    Sono contenta che tutto si sia risolto solo in un grande spavento.

    RispondiElimina
  2. Guarda, mi sentivo così in colpa che non riuscivo neanche a pensare in maniera lucida e a proferire parola sensata...
    Avrei voluto spezzarmi un braccio io, piuttosto!
    Quel momento di Heidi è stato davvero surreale!
    :o)

    RispondiElimina

Pensieri e massime varie che ho fatto miei!

Affrontare il mare in tempesta su un guscio di noce, ma farlo mano nella mano, è più facile che non da soli..

Nella vita c'è SEMPRE qualcosa di meglio da fare che stirare. E se non c'è, bisogna lavorare sulla propria vita.

Quando distribuivano il talento della perfetta massaia io sono andata un attimo in bagno.

Per cogliere tutto il valore della gioia devi avere qualcuno con cui condividerla (M. Twain)

L'amore per la lettura è uno dei regali più belli che una mamma può fare. (L. Salemi)

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