"Mamma, lo so che ti scoraggi quando trovi le mie impronte su mobili e muri, rallegrati però perchè sto crescendo e rimarranno un ricordo solamente, perciò io ti regalo le mie impronte perchè tu possa un giorno ben lontano vedere com'erano piccole le mie mani al tempo in cui cercavano la tua."
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lunedì 13 maggio 2013

L'abuso del "piuttosto che"


Non sono affatto una purista della lingua italiana, anzi, tutt'altro: contamino spesso e volentieri con termini da me inventati, con espressioni colorite e con dialetto spinto quello che scrivo e, soprattutto, quello che dico.
Nonostante questo, ci sono delle cose che proprio non tollero, delle mode del momento per cui darei quasi il rinvio a giudizio, anche se a dirle e/o a scriverle sono persone competenti, che stimo, che apprezzo e che seguo volentieri.

Oltre al "Qual è" che si scrive SENZA apostrofo (battaglia, anche questa che combatto quasi quanto l'abolizione delle fragole a Natale), c'è un'altra espressione in voga negli ultimi tempi da eliminare: l'uso improprio del piuttosto che.

Ora si usa questo avverbio: piuttosto con diverse e mirabolanti accezioni:
- come una congiunzione disgiuntiva "o"
- ma anche come congiunzione copulativa "e"
Prendiamo ad esempio la frase: "Questo blog parla di cucina piuttosto che di creatività"
Bene.
Oggi tale frase potrebbe avere ben 3 significati differenti:
"Questo blog parla o di cucina o di creatività". E in questo modo si esclude una delle due possibilità (congiunzione disgiuntiva "o").
"Questo blog parla di cucina e di creatività". E in questo modo si intendono entrambe le possibilità (congiunzione copulativa "e").
Entrambe questi significati non sono però corretti.
Il significato corretto della frase è: "Questo blog parla più di cucina che di creatività", intendendo così il prevalere di una delle due possibilità sull'altra.
Non a caso, la parola piuttosto contiene la parola più, quindi ci deve necessariamente essere un elemento che predomina sull'altro.

Ok, non sono un'insegnante di italiano e non ne ho le competenze, ma non ci vuole una laurea o un master ed essere degli esperti della lingua per capire che è sbagliato, no?
E ok anche che la lingua evolve, bisogna quindi accettarne le sfumature, i neologismi e i nuovi costrutti, ma qui si sta involvendo e di tanto pure, andando anche contro il fine maggiore del linguaggio stesso: il rischio di non capirsi, di non intendere la stessa cosa quando si parla, insomma... di non comunicare!

E fa molto figo dirlo e sparpagliarlo qua e là nei discorsi, riempie la bocca, no? Dà un certo tono, nonchè regala un senso di snobismo a chi parla...
In realtà è del tutto sbagliato.

Piuttosto che usarlo in maniera sbagliata, non usatelo affatto, ok?
Rimando a queste considerazioni dell'Accadeamia della Crusca per curiosare un po' e alla definizione del dizionario della Treccani.

5 commenti:

  1. Come hai ragione!!! E vogliamo parlare del "ma anche no" che oramai spopola in qualsiasi discorso??

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  2. Ti adoro.
    Appena sento un "piuttosto che" mi si rizza il pelo come il mio gatto! :D
    S.

    RispondiElimina
  3. Olè! Hai ragione questa non è evoluzione della lingua è proprio un errore grammaticale e logico! Ma ve lo ricordate il periodo del "cioè"? Meno male che poi tutto passa!!!

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  4. Io non l'ho mai usato, ma se dovessi usarlo ora so il significato preciso!!!
    Ciaooooooooooooo

    RispondiElimina
  5. Io sono caduta sul "QUAL é" PIUTTOSTO CHE sul "piuttostoche"! L'ho usato correttamente???? :-) Ile

    RispondiElimina

Pensieri e massime varie che ho fatto miei!

Affrontare il mare in tempesta su un guscio di noce, ma farlo mano nella mano, è più facile che non da soli..

Nella vita c'è SEMPRE qualcosa di meglio da fare che stirare. E se non c'è, bisogna lavorare sulla propria vita.

Quando distribuivano il talento della perfetta massaia io sono andata un attimo in bagno.

Per cogliere tutto il valore della gioia devi avere qualcuno con cui condividerla (M. Twain)

L'amore per la lettura è uno dei regali più belli che una mamma può fare. (L. Salemi)

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