Sono rientrati dal loro periodo di ferie e sono venuti a trovarci, perchè non gli andava di aspettare il nostro rientro a casa.
Miriam ha atteso questo giorno con tutte le sue forze, ha aspettato questa occasione di passare un bel po' di tempo con i suoi adorati nonni assaporando e immaginando ogni istante, aveva già in mente tutto ciò che avrebbe voluto fare con loro: passeggiare, giocare, mangiare, ridere, raccontare e poi di nuovo giocare...
L'ha progettato talmente tanto, che per lei, questa giornata è stata vissuta e rivissuta nella sua mente almeno trenta volte.
Ed è stata una bellissima giornata.
Abbiamo passeggiato fino alla sorgente...
Ha giocato in ogni angolo possibile con la sua nonna Lilla...
Ci sono stati tanti abbracci e tante coccole
Insomma, tutto è andato secondo i suoi piani...ma nei suoi piani, non era previsto il momento dei saluti, a quello proprio non ci aveva pensato.
"Queste non sono vacanze, sono mancanze!"
Già sentiva la mancanza dei suoi nonni, anche se non se ne erano ancora andati.
La frase mi fa eco nella testa.
Come può essere che una bimba di quasi 6 anni riesca a formulare pensieri del genere e soprattutto a materializzarli in questo modo, per me, è un mistero.
L'immediata sensazione di vuoto che le si è creata nel cuore, al momento di salutare i nonni, l'ha lasciata senza fiato, immersa nel suo sentimento di dolore per la loro lontananza. Era un pianto che veniva da dentro, il suo, non erano capricci, era dolore.
Miriam, la mia piccola grande donna, che con le sue riflessioni mi spiazza, mi sconcerta, mi denuda, ha azzeccato, come sempre le parole da dire, per lasciarci tutti di sasso
Come quella volta: "Mamma, in questi giorni che non c'è papà con noi, mi manca tanto"
"E, lo so, Miri".
"Mamma, ma tu come fai? Non ti manca il tuo papà?"
Ho sentito una fitta al cuore. I suoi grandi occhi scuri hanno scrutato così profondamente i miei che non ho saputo inventare alcuna bugia. "Sì, Miri, mi manca. Tanto."
E così è accaduto anche questa volta. I suoi grandi occhi scuri sono spietati, non ammettono frottole, fronzoli, panegirici. Loro vogliono la verità. La esigono. E ti scrutano l'anima, il non detto, ti leggono i pensieri.
E come quell'altra volta, una sera, avevamo pensato di andare a cena fuori, sempre qui in vacanza, senza nonna Gabry, con la quale, invece, stiamo trascorrendo le vacanze.
A quel punto Miriam supplica la nonna: "Nonna, dai, vieni a cena con noi!"
"No, dai, Miri, stai con mamma e papà, con i tuoi fratelli, fate una cosa tra voi, è anche giusto così."
"Nonna, vieni con noi, hai tutto il tempo che vuoi per stare da sola a Roma, stasera, stai con noi, ti prego."
Inutile dire come hanno colpito queste parole nel segno.
Miriam. Una dolcezza, una saggezza, una sensibilità che non hanno eguali.
Per quanto io possa farmi scudo per lei, per cercare di proteggerla da sofferenza, brutture e dolore, non sarò mai capace di tenere a freno la sua sensibilità. Ed in questi casi, non mi resta che tenerle la mano, darle le risposte che so e asciugare le sue lacrime.
Non so fare altro.
Che bambina sensibile hai, bella e unica!!!
RispondiEliminaSono queste le cose che scaldano il cuore, anche se a volte fanno piangere.
Un abbraccio
Vivy
Che bimba sensibile, speriamo che la vita sia magnanima con lei...
RispondiEliminaChe bella che è tutta sdentata
Meraviglia questa bimba....
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