Ho conosciuto Francesca Valla, in arte Tata Francesca... sì, una delle tate televisive che tanto non sopporto. Ma mi sono ricreduta, almeno su di lei.
E vi spiego il perchè.
Andiamo per gradi.
L'ho conosciuta di persona qualche settimana fà, il feeling è risultato immediato tra noi, in pratica, ci si scambiava opinioni, pensieri e impressioni come se ci si conoscesse da una vita, sintonizzate sulla stessa lunghezza d'onda. Mi sono chiesta: "Possibile? Io? Con Tata Francesca?".
Sì, possibile.
Presa dalla curiosità, ho quindi deciso di leggere il suo libro: E' facile fare la mamma... se sai come si fa.
Mentre lo stavo leggendo, mi è stato chiesto poi di intervistare proprio lei, Francesca.
Non me lo sono fatto ripetere due volte, ma ho voluto aspettare di finire di leggere il libro, mi incuriosiva e mi stava piacendo: volevo avere un quadro completo.
Così. Un bel pomeriggio grigio di luglio, alle 15.00 la chiamo e si comincia l'intervista.
Lei risponde sussurando, con un filo di voce, perchè la bimba stava schiacciando il suo pisolino pomeridiano, si allontana quindi dalla stanza.
Stanno al mare, in vacanza e lei si ritaglia un paio di ore di tempo per se e per il suo lavoro soltanto nei pomeriggi, il tempo in cui la bimba riposa.
E' stata un fiume in piena di parole, emozioni... una piccola, grande lezione di vita e un bagaglio di spunti di riflessione.
Francesca, la cosa che mi è assolutamente più piaciuta del tuo libro è che non è il solito "manuale delle istruzioni" su come far funzionare un bambino, ma è più un insieme di suggerimenti che dai a noi genitori su come riuscire a capire certi meccanismi, certi comportamenti e per entrare in sintonia con i nostri figli. Infatti, la parola chiave di tutto il libro è "EMPATIA".
Sei arrivata a questo ora che sei mamma, oppure usavi l'empatia anche prima?
Sì, grazie che hai colto questo aspetto, in effetti ho da sempre cercato di entrare in empatia con i bambini: sono una maestra, una educatrice da ben 23 anni, ed ora ho la fortuna di educare mia figlia.
Solo con l'empatia riesco ad entrare in sintonia con i bambini e a tirare fuori il meglio da loro, a catturare la loro attenzione e ad entrare veramente in contatto con loro.
Chi educa i bambini, chi lavora a stretto contatto con loro, è importante che impari innanzitutto ad ascoltare e a rispettare ogni singolo bambino, con ogni sua particolarità, ogni sua differenza e questo è possibile soltanto se si è empatici.
Tramite l'empatia si capisce anche come è meglio intervenire e non esiste un metodo universale che vale per tutti i bambini, è per questo che il libro non dà istruzioni per essere dei buoni genitori, perchè non esistono, ma solo cerca di aiutare e di dare idee, proprio perchè non esiste un percorso prestabilito su come diventare una buona mamma, siamo tutte buone mamme.
Un'altra cosa che ho apprezzato molto è stato il fatto che, ora, da mamma, sei ritornata su alcune tue convinzioni che avevi in qualità di Tata. Sai, non ho mai apprezzato quel genere di trasmissioni televisive che trattano il bambino come un robot e che fanno sembrare semplice qualsiasi cosa: seguendo rigide regole universali e facendo sentire sbagliato chi non adotta una certa linea. Non funziona così, a mio avviso.
Il tuo tornare indietro sui tuoi passi e rivedere questioni come il cosleeping (il dormire nel lettone con i genitori) è stato da me, molto apprezzato.
Sì. Fermo restando che durante il primo anno di vita di mia figlia ho seguito alla lettera le norme anti SIDS (ndr), poi... ho un po' fatto come me pareva (come dite voi a Roma!).
Il segreto è che bisogna stare bene prima di tutto noi mamme, perchè se stiamo bene noi, allora ne acquista di serenità anche il bambino e, in generale, tutta la famiglia. Quindi, ho fatto come mi dettava il cuore. Oggi mia figlia dorme nel suo lettino, ma... ben vengano le incursioni nel lettone di mamma e papà. D'accordo l'autonomia, l'indipendenza, ma via libera anche alle "trasgressioni" delle regole, soprattutto in vacanza!
Tutto quello che viene fatto con amore e in virtù dell'amore, va bene. Non esiste altra perfezione. Le regole non sono perfette.
Anche gli educatori, soprattutto nella scuola materna e primaria, anzichè pensare a dettare regole rigide e a sottolineare soltanto i punti che non vanno, dovrebbero invece evidenziare i punti di forza del bambino. Io, da maestra, dico quello che va, non quello che non va.
Ci sono altri aspetti su cui ti sei un po' ricreduta, ora che sei mamma?
Sì, certo... tutti i giorni. Rivedo ogni aspetto man mano, lo adatto a mia figlia, alle circostanze. Quello che io chiamo "la competenza del cuore" fa in modo che io riveda tutto di volta in volta.
Noi dobbiamo pensare che qualsiasi cosa facciamo o diciamo, qualsiasi nostro atteggiamento, ha sicuramente una ripercussione su nostro figlio, è per questo che dobbiamo comportarci di conseguenza!
Sia nel libro, ma soprattutto di persona, Francesca, sei una persona piena di energia, ma pacata, sempre solare, sorridente, piena di buoni suggerimenti... ma tu, detto tra noi, la pazienza, la perdi mai????
(sorride!)
Capita di arrabbiarmi, ovvio, e quando capita sono parecchio incisiva. Ma sia i miei alunni a scuola e sia mia figlia, sanno che ho un sacco "virtuale" della pazienza. Quando comincia a scarseggiare, quando ne rimane solo qualche briciola, allora li avverto che si sta per esaurire, quindi i bambini sono avvisati e cercano di agire di conseguenza.
Ma tutto sommato, mi reputo una mamma fortunata, non una brava mamma, ma una mamma fortunata sì, perchè mia figlia è una bambina veramente adorabile, non c'è bisogno di tanta pazienza con lei.
Nel tuo libro, suggerisci spesso di ricorrere a canzoncine, filastrocche e storielle per affrontare la routine di tutti i giorni, per esorcizzare paure, per insegnare qualcosa... Non è che ne faresti una raccolta per genitori poco fantasiosi come me e la pubblichi?
Ma io l'ho scritto un libro di filastrocche!!!!
(Ecco... bella figura che ho fatto!!!!)
In realtà racconto una storia diversa ogni sera, perchè la mia bimba non si accontenta della stessa storia tutte le sere, certo che no. E così, questo è il periodo delle storie sui mostri, ma sono mostri divertenti i nostri, fanno ridere, molto ridere, così non fanno più paura!
Una cosa che fa ridere, non può più far paura, no?
Un altro importante suggerimento che dai nel tuo libro è "Ricordo quando ero bambina": troppo spesso ce lo dimentichiamo, ma perchè?
Viviamo in un eterno presente, non abbiamo tempo per fermarci a ricordare, non c'è più tempo per la memoria, come invece avevano i nostri nonni.
Ad esempio, questo periodo, delle vacanze, è importantissimo: mi fermo a valutare quanto è stato fatto finora, quello che è stato, e valuto anche il futuro, quello che sarà.
Oggi non abbiamo tempo per riflettere sul passato, ma neanche sul futuro, è per questo che non ricordiamo più di quando eravamo noi stessi bambini.
In realtà, una delle mie regole del cuore è la grande rivoluzione della maternità, che si concretizza solo se si riflette su quella che è stata la propria infanzia: per poter migliorare quanto è stato fatto, riprodurre quello di buono che abbiamo ricevuto, il tutto nell'ottica di rendere nostro figlio un individuo sereno, felice, capace. Ma per felice si intende felice di se stesso, in grado di accettarsi così come è, con i propri pregi ed i propri difetti: questo è quello che veramente vuol dire avere una buona autostima.
Una ultima domanda, forse un po' più malinconica. Nel momento in cui si diventa mamme, si viene sopraffatte da tante ansie, timori: paura di non essere all'altezza, paura di non fare la cosa giusta. Queste paure, spesso, vengono amplificate perchè ci si sente sole, quasi abbandonate da istituzioni, assistenza, a volte distanza fisica dai propri cari. Tu, quando sei diventata mamma, ti sei mai sentita sola?
Anche io ho le difficoltà da affrontare tutti i giorni.
Da mamme, c'è sempre qualcosa che preoccupa, qualche motivo per cui si è in ansia, in apprensione. Sono sempre stata felice per quello che la vita mi ha dato e continua a darmi, ma non per questo non ho avuto i miei momenti di difficoltà. Il momento più impegnativo della mia vita è stata la nascita di mia figlia: avevo i riflettori puntati addosso, un sacco di aspettative su di me: ero una educatrice, una tata, figurati che mamma perfetta sarei stata? E da qui, il titolo, ironico, del libro. Avevo, ed ho ancora, tanti timori di non riuscire ad essere come si aspettavano gli altri da me.
Il mio grande supporto è stato ed è, il mio compagno, ma la paura di non farcela c'è sempre, con quella una mamma impara a convivere.
La mia fortuna è certamente di avere una componente caratteriale che cerca sempre di trovare il lato bello delle cose, un po' come Mary Poppins, e che non si abbatte facilmente. Certo, la fatica a volte è tanta, anche la stanchezza, ma anche tanta è la gioia. E l'importante è tenere ben presente l'obiettivo: la serenità di tutti.
Interessante... io ho seguito qualche volta la trasmissione, mi piaceva tata Adriana.
RispondiEliminaRossella
Guarda, a me proprio non piace la trasmissione, proprio per come è impostata.
EliminaE' per questo che, invece, il libro mi piace molto: perchè tutto è fuorchè un manuale di istruzioni!
Mi è sempre piaciuta tata francesca e questa bella intervista non fa altro che confermare la mia prima impressione!
RispondiEliminaTi assicuro che per me è stata una bellissima scoperta, infatti!
EliminaCara Micaela, volevo farti i complimenti per l'intervista fatta a Tata Francesca!! È. Bellissima!!! Anke io ho conosciuto Francesca dal vivo tempo fa e t assicuro che é una perdona fantastica, meravigliosa e unica!! È, sempre pronta ad ascoltare dubbi e paure degli altri e ad aiutarli a risolverle!! Complimenti ancora! Chantal 😊
RispondiEliminabella intervista!! anche per me è cambiata l'opinione parlandoci anche per poco...però mannaggia il libro ancora non l'ho iniziato...ne approfitterò con le vacanze :) comunque mi hai fatto morire con il libro delle filastrocche! ahahahahah! "Ne ho scritto uno!" - "ah ecco...appunto..." ahahahah
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