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martedì 4 marzo 2014

Il 7 marzo tutti online!

Facebook è strano, veramente strano.
Tramite questo social network, come molti, del resto, ho ritrovato persone che avevo ormai quasi dimenticato, che avevano fatto prepotentemente parte del mio passato di bambina, ragazzina, adolescente... e che, inevitabilmente, la vita ha lasciato dietro le spalle per svariati motivi ormai dimenticati.

Poi capita una richiesta di amicizia da parte di un nome assai noto, una cara amica del liceo, con la quale ho diviso il banco per parecchio tempo, e con il banco abbiamo diviso anche risate e lacrime, timori, batticuori, stupidaggini di adolescenti.

Lei mi chiede anche di andare a vedere il suo sito. Vado e mi si ghiaccia il sangue nelle vene.
Ha fondato un'associazione in nome del fratello scomparso.
Sì, quel ragazzino che all'epoca in cui noi frequentavamo il liceo era soltanto un bambino delle elementari, rompiscatole come solo i fratelli minori sanno essere... In quel periodo ricordo che aveva cominciato tutta una serie di visite, di controlli per ospedali, medici, insomma, non riuscivo veramente a capire. Finchè un giorno lei usò la parola: "tumore", non sapevo neanche cosa significasse veramente e mi chiedevo: "Possibile che da un doloretto ad un ginocchio, si arrivi a tanto?". Ebbene sì. Gli era stato diagnosticato un tumore delle ossa.
Lei è sempre stata solare, parlava poco di questa cosa, la teneva per sè e non so se anche lei, all'epoca, fosse consapevole di ciò che stava accadendo.

Insomma, ora scopro che Simone non ce l'ha fatta. E mi vengono i brividi. Penso alla loro famiglia, a quei genitori che hanno combattuto insieme al piccoletto per 20 lunghissimi anni. Penso a questa sorella maggiore, che inevitabilmente ha dovuto mettere da parte tanta di quella spensieratezza che caratterizza la nostra gioventù. Penso a noi da ragazzine, alle nostre risate, alle figurine dell'album della sirenetta che scambiavamo, ai suoi splendidi disegni a carboncino, ai compiti di matematica e di inglese fatti insieme...
Penso a loro, alla loro forza, al loro coraggio e ora, alla loro determinazione per far funzionare un progetto, un progetto che è stato pensato nell'interesse di tutti, per sovvenzionare la ricerca per sconfiggere l'osteosarcoma, un tumore delle ossa che non lascia speranze, che, bastardo, colpisce principalmente bambini e adolescenti, in maniera spietata e senza scrupoli, solo come questa cazzo di malattia sa fare.

Per questo, se mi stai leggendo, ricorda questa data: 7 marzo. Vai sul sito www.1caffe.org e dona 1 euro. Non è tanto. Stavolta non è uno slogan. Stavolta sappiamo dove andranno a finire questi soldi. Stavolta il dolore io l'ho solo sfiorato da lontano, e solo adesso me ne rendo conto. Ma può toccare tutti.
Ecco come Barbara spiega l'Associazione Simone Tetti - Life is not breathing but doing.

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